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né reggersi in piedi, cadde morto in terra. Avendo adunque Annibaie abbattuto il romano essercito, e ottenuto quel giorno gloriosa vittoria, avenne parimente che fu di Rutilio il generoso atto da altri soldati nimici veduto. Costoro, in una strana maraviglia della fortezza del romano venuti, raccontarono tutti attoniti questo fatto dentro gli alloggiamenti ad Annibaie. 11 quale, questa prodezza sentendo e avendone maraviglia, parendogli atto da troppo magnanimo e valoroso soldato, verso de’ suoi disse queste parole: — Voi vedete, o soldati, con quai nimici avete combattuto; con quelli che prima vincere e uccidere si hanno lasciato che abbiano voluto gli ostinati loro animi porre in terra. E tanto piú è il valor vostro riguardevole e il colmo della debita gloria meritate, quanto che superato avete le forze d’uno invitto popolo e le loro inimichevoli armi abbattute. E se, vincendo, voi provato avete la fortezza dei romani animi, questo beneficio conseguito avete, che apparaste da cotal vittoria qual virtú si ricchieda a coloro avere, che vogliano con si fatte genti combattere; la quale non è altra che una costante e ostinata forza di chi ha a combattere. Laonde non vi dee tanto tornare altre volte a memoria la virtú de’ nimici, quanto far voi medesimi accorti che saranno quegli istessi nimici, che voi oggi con maggiore virtú e valore di loro superati avete e posti in fuga. Ma la memoria della loro virtú a ciò vi dovrá solamente giovare, che, volendo voi avere un duro incontro de’ nimici, la necessitá vi astringa a dover rinforzare gli animi e armarli di tanta fortezza, che da questa prima vittoria contra il romano popolo abbiate a farvi la strada a molte altre. Per che vi ammonisco, o soldati (quando che sia che voi abbiate ad affrontarvi da capo co’ nimici vostri), che vi riduciate a memoria la giornata d’oggi; la virtú, il valore e la fortezza vostra; la fuga, la uccisione delle romane squadre: conciosiacosaché, rappresentando cotale spettacolo di questo memorabil giorno agli invitti animi vostri, vi dará sempre nelle mani gloriosa vittoria. Io mi confido che altre volte conoscerete le armi vostre, e voi essere quei medesimi che séte oggi stati; percioché, dov’è la virtú di guerra, la disciplina militare e del passato tempo la chiara fama, non