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AVENIMENTO XXV


Piero, campato dalla morte presso il re di Portogallo per opera di Giovanni, lui poscia, sbandito per omicidio dal re, per guadagnar la.taglia, in Vilvao uccide.

Da che questa si bella e onorata compagnia qua a prendere ragionando diletto si è ridotta, per quanto mi va per la memoria, sempre di alcuno virtuoso avenimento si è parlato: e io, per uscire una fiata di questo sentiero, troppo finora stato da voi battuto e pesto, intendo di dimostrarvi un vizio in persona apparito, che non meno vi fará stupire di quello che, nelle cose raccontate per adietro, vi abbiano fatto le virtuose opere di alcuno maravigliare. Né giudico che in ciò il mio aviso abbia ad essere contrario al vostro, percioché, si come voi ingegnati vi séte di accendere negli animi nostri l’amore della virtú con l’essempio del virtuosamente operare di altrui, cosi a me dá il cuore, proponendovi davanti agli occhi il vizio di alcuno, di renderlo appo voi si abominevole e brutto, che, nonché di seguir quelle vestigia vi venga voglia, ma con tutte le forze vostre di fuggirlo vi disponiate, al contrario attenendovi. Perché, si come l’un contrario si conosce per l’altro, cosi la dritta via della virtú si apprende, di lontan discernendo il torto sentiero del vizio; onde ne aviene poi che a quella abbracciare con piú ardente zelo ci moviamo. Per la qual cosa, senza piú perder di tempo, io verrò al fatto.

Dico adunque che io udii altre volte da un gentiluomo spagnuolo raccontare che fu giá molto tempo nella corte del re di Portogallo un cameriere biscaglino, nominato Giovanni, il quale venne in parole e contesa con un gentiluomo della corte del re, quel che di ciò se ne fusse cagione. Onde, essendo Giovanni stato piú fiate ingiurato da costui, diliberò perciò, quando gli potesse venir fatto, di pigliarne vendetta, non potendo senza vendicarsi in alcun modo le da lui ricevute offese mettere in