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onorata morte luoco alcuno. E voi vedete, madama, che l’amor della patria, la virtú, il valore e la fidanza della vittoria ci ha il figliuol nostro di vita tolto. Onde gran torto a cosi belle e lodevoli cagioni faremmo, se noi oltre il convenevole di quella morte ci ramaricassimo, di cui sono quelle state operatrici. Però acquetate il pianto vostro, amando piú tosto di essere, come séte, reina, calcando con l’altezza del vostro animo il fortunoso caso, che di mostrarvi con le strida e con le lagrime femina. E temprate il dolore con la vita immortale, a cui per mezo delle virtú e della gloria è il figliuolo passato, anziché accrescerlo per la morte del corpo; ché gran contento vi deve essere di avere avuto un figliuolo tale, che né della sua trappassata vita né della morte giustamente v’incresca: della vita, perché egli fu sempre stimato per virtú e per valore riguardevole; della morte, per essere stato da quella vittorioso sopragiunto. Asciugatevi adunque le lagrime, madre, nella vita e nella morte, felice del vostro figlio. — Cotali furono le parole del re. Le quali avendo con gran dolore la reina udite, non potè, come femina e madre, sostenersi tanto, che per la nuova morte del figliuolo non spandesse alquante lagrime; ma, dalle prudenti parole del re benignamente racconsolata, alla fine confortandosi s’acquetò. Un altro padre communemente, udita che avesse la dolorosa novella, si sarebbe subito dal tribunale gittato, avrebbe la udienza lasciata, squarciatisi i panni indosso e ogni cosa ripieno di lagrime. Ma il saggio e magnanimo Eduardo punto non si vide turbare: e il cor costante di lui. cui della ragione il freno reggeva, fermo e invitto rimase, lasciando con la sua lodevole sofferenza al mondo essempio che è piú misero colui che per questa necessitá naturale si riman senza conforto vinto dal soverchio dolore, che quegli il quale abbia morendo terminati i suoi giorni.

Maravigliosa a tutti pareva la costanza e la prudenza di questo re, ed egli perciò ne era stato per ciascuno della brigata con somme lode tolto infino al cielo; quando, avicinandosi giá il sole al ponente, e avendo messer Fulvio al suo ragionamento