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tratta, trappassassi le selvagge fiere, comeché io fussi infelice padre di avere un figliuolo tale, io non sarei in tanta maraviglia venuto. Ma, non essendo tu da si fatto padre generato né da madre tale concetto, anzi nato, nodrito, allevato e cresciuto come uomo, e avendo infra gli uomini conversato, che debbo io piú altro dire? onde volgermi? a cui porgere i prieghi miei, se non agli iddii, che di ciascuno la mente e la intenzione riguardano, e a quel Giove ottimo massimo, che regge e tempra l’universo, al governo del quale cedono tutte le cose? Per che, se ad alcun prego mortale attende il cielo, lui chiamando, prego e supplico che di te, del nome di figliuolo indegno, mortai nimico del tuo natio sangue, gli incresca si, che non permetta che nella tua mente stia si reo e aspro pensiero; onde, fatto di si gran peccato commettitore, abbia poi contra di te la sua ira a distendere, e della tua iniquitá con eterni supplici a prendere per me la vendetta. — Cotali furono del vecchio padre le pietose parole. Le quali avendo il giovane udite, e subito il suo cattivo pensiero riconoscendo, e quanto e quale fusse quello errore che gli era nella mente caduto, gittato via quel coltello che gli porse il padre, cosi a lui disse: — Confesso veramente e conosco, o caro padre, lo error mio, e, se il pentimento di si maligno pensiero non giugne forse, come indegno, innanzi alla pietá superna, si che la sua eterna giustizia a perdonarmi non si pieghi, anzi sia dalla sua ira rigidamente la mia crudeltá vendicata, ch’io a te tolga si ingiustamente la vita. Ma ben, quanto piú posso, instantemente ti prego che, si come la malvagitá del mio animo nel porre alla tua vita insidie ti ha offeso, cosi il riconoscimento dello error mio, di cui ora la conscienza il cor mi punge, non rifiuti ; onde tu dell’oltraggio passato benignamente perdonanza mi dia. — Doppo avere il figliuolo davanti al padre in questa maniera parlato, gli si lasciò cadere a’ piedi piangendo. Per la qual cosa teneramente abbracciandolo il padre e in piè rilevatolo, avendo ancora a lui la pietá del figliuolo le lagrime agli occhi recate, la sua grave colpa gli perdonò. Si vede adunque che piú potè in Considio la paterna pietá nel temperarsi dal convenevole gastigamento del figliuolo, che