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differenti quando si volgono a diversi obietti, ma eziandio quando ad uno istesso con modi diversi e diversi rispetti. Però dico che altra è la diritta ragione che misura gli atti della liberalitá, e altra gli atti della magnificenza. Adunque si vede ch’egli è diverso il modo d’amendue queste virtú, perché la liberalitá serba il modo nelle cose picciole, e la magnificenza ritiene il decoro nelle cose grandi; che non è poca differenza. Si distinguono ancora queste due virtú dal fine, percioché dalla liberalitá ne segue opera grata a questo o a quello particolare, ma dalla magnificenza opera commune e publica, grande e onorevole. Ora, al caso vegnendo, affermo che quest’atto di Cimone non fu atto semplice liberale, ma magnifico, perché la liberalitá è usare bene delle ricchezze e secondo quella virtú che allo spendere di quelle si conviene. Onde il proprio dell’uomo liberale è lo spendere e il dare altrui, e non il pigliare altronde; ma la magnificenza avanza quella di grandezza di spese, si come ancora il nome di Tei ci dimostra, percioché non è il medesimo dare ad un povero un danaio e il fare un’altra opera magnifica e ammirabile. Queste cotali spese onorevoli e che splendore apportano sono quelle che per cagione degli iddii si son fatte, come dedicazioni, edifici de’ tempii, sacrifici e tutto ciò che intorno alle cose divine ad alcuno piacesse di fare; ancora tutte quelle cose che magnificamente si fanno per cagione della republica o della patria; e tutto ciò finalmente, quel che si sia, che ad utile od onor publico s’appartiene. È cosa magnifica ancora l’essere possessore d’una bella casa da se stesso edificata, percioché questa ancora è publico ornamento, conciosiacosaché tiene del magnifico lo spendere piú volentieri in quelle opere che possono per lungo tempo durare. E, per conchiudere brevemente, uno, che magnifico sia, userá in ciascuna sorte di cose la sua magnificenza. Se riguarderemo adunque alla natura di Cimone, scorgeremo quella liberale e magnifica. Liberale e largo si vedeva che era Cimone naturalmente, dando ogni giorno in casa sua da mangiare a tutti i poveri, e permettendo che ciascuno straniere cosi potesse usare delle cose di lui ad ogni suo piacere si come egli medesimo. Per magnifico si facea

G. Para bosco, Opere vane.

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