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a gastigare con si grave pena il peccato del giudice, non avendo quella data ad altro fine che ad essempio. Conciosiacosaché facesse sopra la sedia mettere la pelle di lui, accioché sedendovi sopra a giudicare il figliuolo, non gli potesse la memoria fuggire del peccato del padre, e cosi dirittamente giudicasse senza lasciarsi corrompere. Il che troppo bene si può credere che Othane per la gravezza della pena facesse, e che in simile errore non cadesse egli giamai. Ora, lasciando ciò da parte, non restando altro che ragionare a rnesser Ercole, disse verso messer Emilio: — L’obligo ch’io vi tengo, messer Emilio, oltre che il valete, fa ch’io a voi prima che agli altri imponga il ragionare, accioché io medesimamente dimostri a questi signori di estimarvi degno d’essere il primo a parlare, come voi me estimaste degno di essere il principale. — Allora messer Emilio, sorridendo alquanto, disse: — Non procedete meco piú oltre in cerimonie, messer Ercole: ben potevate lasciare di dir queste parole a me, accioché forse nel rimanente di noi non generaste alcuna invidia. Ma, se pur volevate rendermi il cambio dell’onore ch’io vi diedi stamane, dovevate riserbarvi ad altro tempo, senza farmi con queste parole anzi dispiacere che no. Nondimeno, quanto a me s’appartiene, io vi perdono; ma, quanto ad altri, se forse avenuto fosse che voi alcuno di questa compagnia aveste con tali parole offeso, vostro sia il carico, ch’io non lo vi posso levare. — Delle parole di messer Emilio tutti i giovani risero alquanto, affermando che alcun di loro non aveva noialo il parlar di messer Ercole. Ma, poiché tutti racchetati furono, messer Emilio da capo cosi incominciò:

Poiché da voi tutta una giornata intiera si è spesa nel raccontare i chiari e virtuosi fatti de’ prencipi, di maniera che forse tedioso divenirvi potrebbe il raccontarvene piú oltre; io allo ’ncontro intendo, per rimover da voi cotesta sazietá del loro bene operare, dimostrarvi una delle molte malvagie opere d’un tiranno e la sua mal tenuta signoria. Il che da! tiisto e vergognoso fine ch’egli ebbe potrete conoscere, accioché, se la virtú dei passati prencipi, con tante lode da noi onorata ed essaltata, può