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soprastante rovina di quella, vedendo l’armi de’ nimici essere da ogni parte intente ad opprimerla, volle in se stesso quel periglio ricevere, e cosi un solo portarlo per molti. Ma, lasciando per ora di piú oltre celebrar questo re, conciosiacosaché i suoi cittadini, di tanto benefício non ingrati, degnamente lo guiderdonassero, poiché a me tocca di seguitare la volta, non intendo di tacere un animoso essempic di giustizia, il quale tanto piú bello a voi dovrá parere, quanto vedrete il modo dall’ordinatore proprio d’una legge tenuto per far quella serbare.

Mi soviene di aver giá Ietto che Zeleuco iocrese, avendo la sua cittá ristretta sotto molte e utilissime leggi, tra tutte le altre che egli con reverenda autoritá e podestá v’introdusse, ordinò questa: che, se alcuno fusse nella cittá in adulterio ritrovato, s’intendesse alla pena caduto d’essergli amendue gli occhi cavati. Laonde a venne ivi, ha non gran tempo, che fu un suo figliuolo, nominato Aristeo, in adulterio ritrovato. Per la qual cosa, dovendo egli, per la legge, per questo misfatto essere alla imposta pena condannato, deliberò di commune consentimento tutta la cittá per onore del padre dalla rigida pena di assolverlo. Ma, essendo buona pezza stato Zeleuco a ciò duro e contrario, pur non voleva all’assoluzione del figliuolo consentire e che a lui fusse, centra la ordinazione della legge, perdonato. Finalmente, stretto a ciò dalle preghiere del popolo, disse in publico queste parole: — Voi, o locresi, che per l’altrui salute mi porgete prieghi, non vi accorgete che per la vostra rovina mi pregate e ciie séte a’ danni vostri dell’altrui pena pietosi, dovendo voi debitamente del ben vostro con la giustizia esser piú vaghi che, per mostrarvi troppo teneri della persona del mio figliuolo, con la ingiustizia procacciarvi il male. Vi dovria certo venire a mente, non essere alcuna cosa la quale si deggia tanto nella cittá mantenere quanto l’autoritá delle leggi. Pereioché, tolta via questa, non piú ci resta onde sapere e ricercar si possa ciò che sia suo di ciascuno over di altrui, e ninna agguaglianza infra di voi si ritroverá. Pereioché chi presume di sprezzare la legge civile, costui rompe i legami della vita e utilitá commune. Quantunque grave veramente mi paia che prima di tutti il mio figliuolo sia stato della legge da