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giardino, cogliendo chi qua chi lá, secondo che la stagione portava, varie maniere di frutti. E, poiché per buono spazio per tutto il giardino sotto le pergolate delle viti si girono sollazzando, venuta giá la ora del desinare, e il tutto apprestato, fummo dal siniscalco a mangiare chiamati. E sotto la loggia con bello e riposato ordine serviti, finito che si ebbe, tutti su ci levammo; de’ quali, chi se n’andò a dormire, chi, dandosi a vari esercizi, come piú a grado gli era, l’ora del soprastante caldo trappassava. Ma, venuto ornai il vespro e in buona parte il caldo diminuito, tutti d’indi partimmo, e, nel giardino, si come a messer Camillo piacque, al consueto luogo venutine, quivi nell’usato modo postici a sedere, ad attendere incominciammo il primo che ragionasse. Il quale dovendo essere messer Camillo, cominciò in questa guisa: