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alcuno piú non rimaneva a ragionare, cosi disse verso i compagni:— Io non so, valorosi signori, che altro ornai piú mi resta del picciolo governo, che oggi, vostra mercé, dato mi avete, fuorché di deporre il carico appo voi che me lo imponeste. Per la qual cosa, se voi da quinci innanzi vorrete l’ordine preso seguitare, piacciavi di dirlo, perché, tutti questi giorni dai ragionamenti posandoci, come fia il mercole venuto, similmente qua ritornerassi al cominciato esercizio. Appresso, percioché noi a questo luogo oggimai due fiate ridotti siamo, se non vi è a grado che gente nuova per lo tempo avenire a sturbarci ne sopravenga, vi conforto a tener di fuori silenzio. — Laonde, si come avea messer Emilio divisato, cosi tutti statuirono che fosse, ordinando fra loro che il seguente mercole ciascuno all’usato luogo venisse, e fratanto a qualche bello ragionamento pensasse, che alla brigata utile e dilettevole esser potesse. E appresso questo, fatto il siniscalco chiamare, gli diedero pienamente ordine di tutto quello che far dovesse l’altro mercole, senza che egli piú attendesse che altro sovra di ciò oggimai piú gli fosse imposto. Usciti adunque tutti noi del giardino fuori e a lenti passi verso la porta avviandoci, di quinci ci dipartimmo; poi, scherz,ando e infra di noi di varie cose ragionando, gimmo per buona pezza secondo il costume nostro a diporto, fino che, estimando giá essere tempo di doversi andare a posare, ciascuno alla sua casa se n’andò, il mercole con disiderio aspettando.