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fortuna, la quale egli da prima aveva con le sue sciagure perduta. Onde dallo aver posto mente alla fida e leal servitú di costui, mi è sovenuto un caso di un servo, il quale con un suo generoso e notabile fatto al suo signore dimostrò tanto amore, quanto qualunque altro uomo, ancoraché congiunto di sangue e non servo fosse, ad altrui potesse far vedere giamai. Il che, per deviare alquanto dalle cose fin qui raccontate, mi piace di narrarvi.

Fu, non sono ancora molti anni passati, in Polonia un nobilissimo uomo e molto ricco, nominato Manfredi, il quale, come alla maggior parte di quei popoli aggrada, si dispose, essendo giovane di venticinque anni, di partirsi dalle paterne case, e indi per varie parti del mondo andar vagando, venendogli, come quello che curioso era, in disiderio di vedere molte cittá e la varietá di diversi costumi. Messosi adunque Manfredi in ordine e ben a cavallo, con quattro servidori appresso e di danari ben fornito, si parti di Polonia; e indi, molte giornate per diversi paesi cavalcando, a lui venne in grado di vedere primieramente la Francia; dove giunto che fu, e ricercata con diligenzia questa parte, prese finalmente partito di passare in Ispagna alla corte dell’imperadore. Per la qual cosa aviandosi egli co’ famigliari al suo viaggio e i monti Pirenei travalicando, posciaché quelli ebber passati e su li terreni di Spagna si trovarono, furono ad alcuni passi, essendo quindici miglia da Saragosa lontani, da buon numero di masnadieri assaliti, i quali chiunque per quelle parti passava rubbavano, e, stando alla strada, molti oltraggi erano soliti di fare a’ viandanti. Paratisi adunque a Manfredi questi masnadieri davanti, a lui primieramente corsero con l’armi adosso e, discavalcatolo, insieme con li servidori l’uccisero, e, spogliatigli de’ danari e de’ panni e de’ cavalli, i loro corpi in un vicino fiume gittarono. Manfredi, innanzi che fusse da’ masnadieri soprapreso, aveva un suo fedel servidore avanti mandato, nominato Agilulfo, per fare l’alloggiamento in Saragosa apprestare, non potendo egli giungervi se non al tardo; e Agilulfo mandato aveva, percioché esso molto bene la lingua italiana, la spagnola e molte altre sapeva.