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A VENI MENTO X

Manfredi, ricercando diversi paesi, presso a Saragosa è assalito e ucciso da’ masnadieri. Agilulfo, suo servitore, di essi compagno divenendo, in vendetta del padrone uccide il capo e dagli altri è fatto miseramente morire.

Ragionato fu alquanto dai giovani sopra la variabile fortuna di Guglielmo, affermando ciascun di loro non dovere uomo vivente in alcun tempo, per qualsisia malignitá di fortuna, in disperazione venire dello stato suo. Conciosiaché le cose di qua giuso, si come la providenza d’iddio vuole, appo del quale è il generai arbitrio di tutto il mondo, sogliono e scendono; e comunemente, quando si trova alcuno essere giunto delle prosperitá e delle troppo disiderate e superbe ricchezze in cima, o perché cosi a Dio piaccia, o per movimento di fortuna da lui in cotal guisa ordinato, conviene che, overamcnte a poco a poco overo in un subito, caggia dallo stalo suo e scenda al basso. E, non contenta la fortuna ancora di cosi fermarsi, muta col tempo ordine, e si va alterando. Ferodié è voler divino clic le cose di questo mondo, in tal maniera variando, non abbiano giamai perfezione e fermezza: alla qual legge, dal cielo e dalla natura fissa, ciascun che ci vive soggiacere veggiamo, e di quella, come d’una certa condizione alla umana vita imposta, appagarci dobbiamo e darci pace. Ma, lasciando ciò stare al presente da canto, vedendo messer Emilio il ragionamento di messer Fulvio esser finito, a messer Camillo rivolto, gl’impose che, dicendo, l’ordine seguitasse. Il quale, non rifiutando, lietamente incominciò:

Dalla pacificata fortuna di Guglielmo, oltre gli ammaestramenti di sopra detti da tutti voi, mi pare ancora che trarre possiamo che dal servire fedelmente grato e cortese signore ci aviene spesse volte di riceverne buon guiderdone. Da che si vede che a Guglielmo nacque per lo tempo avenire la buona