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Fu pria in Euboea, che ora Negroponte si chiama, un giovane ricchissimo, nominato Olimpio, il quale d’un grandissimo mercatante e a que’ tempi molto copioso di danari tenuto fu figliuolo. Costui doppo la morte del padre, essendo sempre nel mercatantare allevato e perciò usato al guadagno, con inestimabile quantitá di contanti lasciatigli dal padre diliberò dalla patria dipartirsi e in vari e lontani paesi navigare: bramoso piú che mai di seguire il trafiico di sue merci e d’ampliare i guadagni, come quegli che a vergogna si teneva il vivere in ocio e sedersi senza facende nelle paterne case. Fabricata adunque Olimpio a questo effetto una grossissima nave, atta a sostenere le tempestose onde del mare, con infinita copia d’oro si parti dalla patria. Onde, in viaggio messo, lo Arcipelago trappassando, e indi nel Mediterraneo con prospero vento entrato, trascorse per diversi paesi tutto questo nostro tratto di mare infino alle colonne di Ercole. Poscia, piú oltre ancora navigando, usci dello stretto di /Gibilterra. nell’occidentale oceano; ove avendo per molti mesi continui lungo viaggio tenuto, finalmente pervenne a nuove regioni e ad una provincia nominata il Perú, che in sé ancora altre province conteneva, cioè Castiglia dell’oro e il Brasil, luoghi che verso l’oceano meridionale si distendono. A questi novi e dubbi terreni giunto con la sua nave. Olimpio si diliberò di smontare e questi paesi ricercare, per vedere se ivi potesse di qualche mercantile guadagno fare acquisto. Smontato adunque egli in terra, scòrse costumi d’uomini molto dai nostri diversi, e trovò che in queste regioni vi era gran quantitá di oro e altre merci, delle quali, con quelle genti Olimpio contrattando, fece in breve acquisto grandissimo; di maniera che non solcava nave le onde del mare, che a paro di quella d’Olimpio fusse ricca e copiosa di merci. Onde, parendo a lui doppo un certo intervallo di tempo di partirsi, con quello che si ritrovava, da quei paesi, messa all’ordine la sua nave, sciolse dalle meridionali Indie, verso lo stretto di Zibilterra il suo camino drizzando. Ma, sopragiunto Olimpio da un nuovo e fiero assalto della nimica fortuna, la quale tanto per adietro gli si era mostrata benigna, a lui avenne che, avendo prosperamente per lungo