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AVENIMENTO VIII


Olimpio, per divenir di ricco ricchissimo, fatta una grossa nave e raccolto molto tesoro ne’ luoghi del Perú e in altri paesi, finalmente rompe in mare, e, perduta ogni sua cosa, si ripara presso il re di Portogallo, il quale mentre era per meritarlo altamente della sua servitú, si muore.

Il miserabile caso di Orazio aveva prima fatto tutti i giovani divenire pietosi: poscia, essendosi da ciascuno di loro lo avenimento con grande ammirazione ascoltato, affermavano di notevole essempio doverci essere quello amore di lui, che con si forte viso per la perdita dell’amico alla morte si offerse, e che i segni in quella dimostrati fecero aperto il suo animo, e insieme quanto fosse queU’affetto ardente che verso lo amico in sé tenea rinchiuso. E altri fu che soggiunse doversi dal successo di questo fatto credere che non d’altronde overo da alcuna altra cagione avria potuto derivar cotal morte, che dal dolcissimo legame di amistá, il quale egli non è dubbio che il piú delle volte non avanzi di lealtá e d’affetto quello del sangue. Ma, avendo detto messer Emilio, commandò a messer Fabio (percioché appresso di lui sedeva) che ragionando seguitasse. Il quale senza indugio alcuno incominciò:

Valorosi signori, a raccontarsi mi tira uno avenimento, il quale percioché ha da trattare de’ fatti della fortuna, quello, per favellare de’ suoi vari e ciechi ravolgimenti, che tuttodí dánno di sé agli uomini con ragion da dolersi, intendo raccontarvi; perché, da cotale essempio ciascuno di voi ammaestrato divenga della poca fidanza che ne’ favori di lei prender dovete, e di manco maraviglia vi sia per I’avenire cagione la sua instabilitá. Il che quantunque in ogni cosa e in ciascun tempo si sia al mondo dimostro con piena fede; nondimeno, piacendo a messer Emilio ch’io ora favelli, sovvenendomi di ciò onde parlare, forse non senza utilitá di noi, col presente avenimento fia bene chefaccia ancora questa infallibile veritá piú palese.

G. Parabosco, Opere varie.

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