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i centomila fiorini per lo riscatto. Di che maravigliatosi Monsor, e seco la fede singolare di Rinieri commendando, impose alle guardie che Guiscardo incontanente lasciassero. Onde, lasciato Guiscardo, e vedendo quanto fedele amico gli era stato Rinieri, corse lui con grande allegrezza ad abbracciare, come sola cagione della sua salute; e, partiti sopra la istessa galea, dalle marine di Barbaria vennero con inestimabile letizia ai siciliani lidi sani e salvi. Dove se fu Rinieri la prima volta dal suo popolo con accoglienze festevoli ricevuto, allora, seco menando Guiscardo, con grandissimo trionfo entrò nella sua terra; di che sentendo tutta la cittá una smisurata allegrezza, lunghe feste e gran dimostrazioni ne fece. E per memoria poscia Rinieri dell’obligo che con Guiscardo teneva, il quale per sua cagione in Barbaria avea ricevuti gran danni e la vita e libertá messa a pericolo, seco di stretto parentado si congiunse, una sua sorella dandogli in matrimonio: per che, magnifiche le nozze e solenni celebrate, se ne tornò con la nuova sposa Guiscardo in Cipro, dove fu ancora egli dalla sua gente con liete accoglienze e gran consolazione raccolto. E sempre da indi innanzi fu di Rinieri e Guiscardo l’amicizia indissolubile e cara. Donde potremmo adunque noi vedere piú palese la forza della vera amicizia che dalla lealtá di Guiscardo? E qual piú espresso e manifesto segno di fedele e grato animo in altro uomo giainai si putria conoscere?

Giá declinava il sole verso l’occidente, quando fornito ebbe messer Fabio il suo parlare, e insieme i ragionamenti dc-gti altri giovani si trovarono esser finiti. Per la qual cosa messer Muzio, che. come prima dicemmo, era stato il principale di questa giornata e che avea di ciascuno ordinati i ragionamenti, piacevolmente disse: — Signori, a me niuna cosa oggimai piú resta a fare nel mio reggimento di questa giornata, salvo che rinunziare nelle vostre mani la maggioranza che mi avevate data, poiché ciascuno di voi ha l’uffizio suo fatto di ragionare per oggi. A voi ora sta per li giorni che appresso verranno diliberare e disporre. — Allora disse messer Emilio: — Gran torto certo ci faremmo, signori, a noi medesimi, e in poco