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soggiaccia, eh’è preso da quell’insano furore amoroso, il quale, occupando i sentimenti nostri, rende la ragione all’appetito soggetta, si fattamente trasformandoci che altro di uomo non ne resta che ’l nome, essendosi noi nell’abito del viver nostro mutati in bestie. Ma io intendo, poiché per oggi ci è i! campo libero dato, ragionando passare ad alquanto piú grave materia, e farvi conoscere quanto gli antichi la religione osservassero, e di quanto momento sia il tenerne conto, e quanto noi di violarla per questo essempio dobbiamo guardarci.

Ragionasi che Icarione cartaginese fu a’ suoi tempi famoso corsale e crudelissimo, il quale, datosi allo essercizio del rubbare, e molti danni ad ogni uomo co’ suoi legni facendo, spezialmente a’ romani e universalmente a tutti, usò nondimeno una fiata un generoso atto e che non si poteva aspettare da persona barbara né da un corsale. Percioché avvenne che, andando alcuni de’ suoi uomini, quali a questo effetto teneva, un giorno in corso, si abbatterono ad un navilio pieno di robba di valore grandissimo, il quale a forza di combattimento fu da loro finalmente preso. E cosi, saccheggiandolo tuttavia e uccidendo gli uomini che contrastare lor volevano, avenne che un de’ corsali, nominato Flisco, ritrovò in esso in certa cassa una bellissima statua d’oro di una Vittoria, di valore di venti talenti ; della quale dimandando costui a quello che l’avea in guardia donde venisse e dove la portasse, da colui intese clic andava per comandamento di un certo prencipe a Dello al tempio di Apollo, per adempire un voto fattogli per una vittoria ricevuta. 11 che Flisco intendendo e di ciò schernendolo, diede delle mani sovra la statua per pigliarsela; al quale opponendosi quegli che l’aveva, subitamente da Fiisco fu ucciso. Riportando adunque

la ricca preda i corsali al luogo ove Icarione si trovava, e per ciò facendo stilda in segno di letizia, smontato prima Flisco in terra, come colui che piú degli altri era allegro e altero, gli

presentò questa bellissima statua d’oro, per dimostrare non essere de’ suoi stato alcuno che maggiore acquisto in questa preda avesse fatto di lui. Onde, dimandando a Flisco Icarione a cui

l’avesse tolta e la cagione perché quegli avesse questa statua,