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come viva, in guisa che parea che gli dovesse rispondere. A quella i suoi pensieri e tormenti amorosi narrava, a quella gli angosciosi sospiri sfogava, sopra di quella amare e continue lagrime versava, le quali sono le compagne d’amore, e che il re, per altro sapientissimo, per rifugio e conforto infra le altre cose avea elette. Onde alle volte cosi, dolendosi sopra il cadavero, si lamentava: — Ahi dispietata e fiera Morte, infallibile avenimento d’ogni cosa creata! come hai tu impoverito il mondo e questo regno di si bella e preciosa cosa? Forse per arrichire il cielo o per farne di quella una stella, e me hai condannato a pianto eterno? Oh, unico sostegno di questa stanca vita, tu hai pur il tuo corso finito, essendo sopragiunta da troppo affrettata morte! Che fosse a Dio piacciuto che in quell’ora, che tu partisti da questo mondo, fosse a me ancora il termine della mia vita venuto! conciosiaché, quantunque essa in piú lungo spazio della tua si distenda, io vivrò sempre in pene, sostenendo vita peggiore assai di morte. Tu, Morte, sei la tristizia de’ felici e ’l desiderio de’ miseri, né rendi mai contenti gli animi de’ mortali, perché tu sopravieni non aspettata agli uomini beati, e te ne fuggi da coloro che ti chiamano e ti desiderano. Oimè! quanto lieto io mi disporrei alla tua venuta, quanto consolato io morrei per sottraggermi a queste pene, per liberare quest’anima dal suo carcere terreno, che la tiene in si dura servitú di tormenti! O regni, o scettri, o corone, che mi giovate voi in queste amorose cure e afflizioni? Quale aita mi porgete? A me sono bellissimi e ricchi palagi, a me infiniti tesori, ampissimi imperi, obedienza di molti popoli soggiogati dalle mie molte e chiare vittorie. Perché in queste cose, o con fuoco, o con acqua, o con rapina, o con vari accidenti e mutamenti della fortuna, non si distese contra di me, o Morte, la tua ira? Tu mi hai quelle cose lasciate che consolato o contento non mi rendono, avendomi tu privato di colei sola, la quale io piú che tutte l’altre cose avea cara! Iddio ti salvi, o molto amata giovane: prima la buia notte apporterá alle tenebre luce, Tacque con le fiamme, la morte con la vita e il mare co’ venti averanno concordia, che l’amoroso pensiero, che di