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dell’Arcipelago. 11 perché, non molto dalla isola di Palmosa lontani (come la tua figliuola ti raccontò), noi fummo da’ corsali assaliti, i quali, la nave vigorosamente combattendo, erano per prenderla; onde per téma di servitú la infelice Filene si gittò sopra una cassa in mare, dietro alla quale da compassione vinto mi misi, e tanto d’aiuto le prestai, che, d’isola in isola dell’Arcipelago trappassando, doppo molto intervallo di tempo, viva e sana, fuori d’ogni pericolo, qua in Costantinopoli te la ho condotta. E, si come, non ingrata Filene del ricevuto beneficio, sovra la fede sua mi promise di dover essere mia moglie, cosi da te, che dèi essere giusto prencipe, posso debitamente impetrare la giá tanto a me concessa grazia da Filene. E se agli uomini savi la ragione, la necessitá a’ barbari, il costume alle genti, lo instinto di natura alle fiere questa legge prescrisse, che ogni lor potere e aiuto nella conservazione della vita adoperassero; essendo io della vita stato conservatore della tua figliuola, la quale essa primieramente da te, come da propria origine, ebbe, molto maggiormente tu, che, essendole padre, le sei, per averla generata, della vita cagione, doveresti d’aver io conservata una cosa tua riconoscere il merito, e non meno forse che se la tua campata da morte avessi, in quanto tener dèi e risentire la carne e il sangue della figliuola per tuo. — Queste e altre ragioni fortissime avendo all’imperadore dette Erasto, posciaché ebbe le sue parole finite, il padre, ch’attentissimamente le raccoglieva, a lui rispose che non intendeva per modo alcuno essergli ingrato della salute che per opera sua aveva acquistata Filene; ma eh’essendo egli d’alta e di reai stirpe disceso, preso sovra di ciò un poco di consiglio, forse per isposa gliel’averebbe concessa. E pigliò alquanti giorni di tempo a rispondergli. Dimorando adunque Erasto nel palagio dello imperadore, Filene, che, fatta gravida, avea del tempo piú di quattro mesi trappassati e le era cresciuto e tuttavia cresceva il ventre, conversando in camera col padre, gli diede di accorgersi del fatto finalmente cagione. Onde egli, piú dolente che prima, una mattina le addimandò, dicendole qual fusse quella gravidanza che in lei vedeva. Il che negando Filene e