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dell’altre, accioché, continuando la dilettevole compagnia in questa guisa, insieme a m.tngiare alcuna fiata trovandoci, piú strettamente e con piú agio potessimo trattenersi fra noi. E non è cosa, per quel ch’io mi creda, che piú unisca gli animi e le amicizie conservi, che il mangiare spesse fiate insieme. Qui abbiamo per ciò fare assai bella e commoda stanza, opportuna (mercé di chi ce la lascia godere) a’ nostri piaceri; ed evvi appresso questo dilettevole giardino che ha d’intorno, e per lo ntezo in assai parti vie dritte e ampissime, di pergolati di viti coperte, le quali, di uve cariche, e perciò grande odore rendendo, fanno a chiunque ne viene una dilettevole stanza: le mura ili cui ancora, come vedete, tutte di rosai e dii gelsomini chiuse, e alla vista e all’odorato porgono non poco di ricreazione e piacere. Qua potremmo noi, qualora il mio parere lodiate, una fiata alla settimana di mattina venire, e sotto la loggia, che l’ampia corte signoreggia, desinare per lo fresco insieme. E cosi, oltre al ritrovarci spesso qui, ov’è piú aperta l’aria, trappasseremo le piú calde ore del giorno, fino a che di piú starvi ci rincresca. — Cosi aveva parlato messer Ercole, quando tutti di commini parere lodarono intorno a ciò la sua opinione; e messer Emilio soggiunse: — Né piú utile né piú dilettevole trattenimento di questo per noi si potria trovare: nondimeno, dovendo noi una volta alla settimana desinare in questo luoco insieme, per fuggire doppo il mangiare Pocio e perché la lunghezza del giorno non c’incresca tanto, mi parrebbe ancora che fosse bene che noi ci disponessimo a ragionare, e, sotto legge ciascuno di noi ristringendosi, s’obligasse di mano in mano a fare agli altri qualche ragionamento. Per che, finito il desinare e tolte le tavole, doppo che fosse buona pezza del meriggio e del sovrastante caldo passata, io direi che noi tutti ci riducessimo nel bel giardino, e, all’ombra della loggia ritraendoci, che c in capo di quello sovra Pacqua, quivi con quei ragionamenti che piú a grado ne fossero ci andassimo diportando. — Piacque medesimamente a ciascuno la proposta di messer Emilio, e a quella si accordarono. Ma. ragionandosi tra loro del giorno nel quale, ad effetto mandando si lodevole proponimento, ragunare si dovessero insieme, disse messer Fabio: