Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/209

PROEMIO

Rivolgendo piú volte fra me medesimo quale nella vita presente dovesse essere lo stu lio principale dell’uomo e quello che infra tutte l’altre cose è debito di lui di sapere, sempre mi son meco fermato che il conoscimento delle virtú e la cura de* buoni costumi deggia essere a tutti gli altri studi preposta; si che, in quelle ammaestrandosi e di questi ornamento facendosi, possa poi l’uomo con molta loda di lui e profitto la vita reggere. Percioché molti sono di quegli, i quali, datisi ai diletti carnali e a sodisfare in qualunque cosa ai loro disonesti appetiti, menano una corrotta vita, a guisa de’ peregrinanti passando i giorni loro, il corpo dalla natura per li piaceri ricevendo, e l’animo a guisa di grave e duro incarco sostenendo. Laonde quante fiate, meco pensando, riguardo che l’animo è prencipe della vita de’ mortali, incorrotto ed eterno rettore dell’uman legnaggio, e che ha esso e possedè il tutto, e che da nulla, come immortale, è posseduto; tante conosco che, quando fuor del sentiero a che fu drizzato dalla natura travia, vilissimo servo diviene di questa soma terrena. Onde è la cagione poi, che, non reggendo piú l’animo o la ragione come reina, tolto via il proprio atto dell’uomo, eh’è di sottoporre il corpo al reggimento dell’animo, egli ne perde ancora vituperevolmente il nome, e, a misero e biasimevole stato riducendosi, fa la vita di lui commune a quella delle bestie, questa aspra e breve via correndo senza alcun frutto, e al ventre piú che ad altro a guisa degli animali bruti servendo. Da cotal disordine mosso Socrate, il quale dall’oracolo delfico fu il piú saggio e il piú giusto stimato di tutti gli uomini, curava poco di disputare (come facevano molti altri) della natura delle cose, né di considerare il sito del mondo; anzi coloro, che a simili contemplazioni attendevano, dimostrava egli essere stolti, e primieramente Luna delle due cagioni assegnava in questi: o se, parendo loro di conoscere abastanza le cose umane,