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bellezza? Poscia queste tre giovanotte uscite quest’anno alla vista del mondo, che sono madonna Lucrezia Alberti, moglie del magnifico messer Pietro Cornaro, la cui bellezza non dirò, per essere certo e sicuro di non poter mai con la lingua dire la millesima parte di quello che comprende l’occhio di chiunque la mira; la quale è poi cosi virtuosa, che sará sempre con maraviglia grande ricordata da chiunque avrá perfetta conoscenza del suo valore. L’altra è madonna Lisa l’riuli, moglie del magnifico messer Giorgio Contarino, nella quale mirando il mondo, divien cosi superbo, che ardisce contendere col cielo di bellezza, di leggiadria, e sperarne onoratissima vittoria; cosi piacque a Dio adornarla di quelle piu rare grazie, virtú e bellezze, che si possono qua giú sperare. La terza è madonna Contanna Trona, moglie del magnifico messer Girolamo Loredano, altissimo segno per beltá e per valore a qualsisia, che per ingegno ed eloquenza al mondo piú in alto saglia. Non vi pare che, oltre le tante altre ch’io non ricordo, queste sieno tutte degne della piú famosa e onorata tromba che mai fosse? — Rispose il signor Ercole: — Questo non fu per ismenticaggine del Susio, ma si bene per non saper egli in qual modo lodar loro, che non fosse poco a cosi gran rnerto. — Esso merta perdono — disse il Colombo — se per timore di non far loro il dovuto onore ha lasciato di nominarle. — Né questa scusa gli èadmessa— disse il Corso, — che si sa bene che egli è d’eloquenza e ingegno tale, che si può sicuramente mettere in ogni grande impresa. Allora il Mocenigo, voltatosi al Badovaro e agli altri, disse: — Lasceremo noi che questi gentiluomini diano tante lodi alle nostre donne, che a noi non ne resti per le loro? Io per me non son per tacere la bellezza, la grazia, la onestá, né la gentilezza ch’io ho veduto nelle donne di Ferrara, dico in Ferrara nate. Qual bellezza, dimanderei al conte Ercole s’ei ci fosse, sará giamai superiore alla bellezza della signora Violante Trotta? la quale veramente, in ogni parte che possono rendere perfetta una donna qua giú, non sará mai abastanza lodata. Della signora Lucrezia Pia chi ardirá giamai parlare senza timore di non poter finire di raccontare il suo valore? Che dirò della signora Giulia Trotta?