Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/187

caso accaduto ad una giovane che per mala sorte riversciò nel mare e fu aitata da un giovane. Nel quale accidente il compositore s’ha accommodato il soggetto a suo modo, e non è indegno della vostra considerazione. Uditelo adunque:

Mentr’empio fato vi guidava a morte, donna, vi diedi aita,

piú intento a salvar voi che la mia vita;

ma poi nel trarvi di quell’acque fuore,

tal de’ begli occhi vostri usci splendore,

e con si gran virtú m’accese il petto,

ch’io, dal soverchio ardore

tutto abbruciato e vinto,

fui per con esso voi restare estinto.

Onde il mondo pietoso avria poi detto:

— Strana sorte d’amanti e strano effetto: che, in mezo al mare, in un medesmo loco, de l’acqua un preda fu, l’altro del fuoco. —

Piacque a tutti e da tutti sommamente fu lodata la invenzione di questo madrigale, doppo il quale a leggerne un altro il Corso cosi incominciò:

Voi volete ch’io muoia, e mi date dolor si crudo e forte che mi conduce a morte; ma, per vederne voi cosi contenta, mentr’io muoio, il morir vita diventa; di che vedendo, oimè! dolente voi, da questa vita poi mi vien tanto martire, ch’io pur giungo al morire.

E cosi mille e mille volte il giorno per voi moro, e morendo in vita torno.

— Cosi veramente vogliono esser fatti, pieni di tali arguzie — disse il Contarino, e al Corso soggiunse: — Seguite, di grazia.