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— disse il Susio — questi sono motti da matti, perché l’uomo non è tanto provocato che non possa tacere. Ma vengono ben talora delle occasioni che si possono dar queste mazzate, come diede il Franzano ad uno che gli disse fuora di proposto che si guardasse dalla giustizia; ed egli rispose: — Io non ho da credere che si faccia giustizia finch’io ti veggio vivo. — E similmente ad un altro, che gli disse in un certo proposto che, mascarandosi, egli contrafarebbe benissimo un facchino; al quale egli rispose che gli prestasse il suo volto, ché altro non mancava a dargli perfezione. — Disse lo Spira: — Di tal natura soleva spesso dire i motti uno detto il Barbazza, allevato in corte di Roma, cioè rivoltar sempre le istesse arme, con le quali era ferito, verso di colui che lo feriva, come una volta rivolse contra ad uno che diceva che egli non parlava mai veritá; a cui egli rispose: — La maggior parte del tempo io la consumo in dir bene di te. — Similmente rispose ad uno, che, essendo in sua compagnia, gli disse: — Oh che ladro che tu sei! — Onde egli : — E’ non può essere, perché i ladri non vanno in compagnia del manigoldo se non alla forca. — Similmente una donna trafisse, e leggiadramente, la quale gli disse, per avere udita da lui una cattiva nuova, che egli era uno corbo; alla quale egli rispose: — Come potete voi dir questo, che da me non foste mai beccata? — Vedete con qual modo egli, non si partendo dalla metafora del corbo, chiamò lei carogna, essendo cotale animale uso a beccare per lo piú cose fetide e puzzolenti. Fu bello e salso quello che egli disse ad uno spagnuolo, che in sua presenza diceva che in Italia non si faceva giustizia del vizio contra natura; al quale rispose: — Se cosi se ne tenesse del vizio contra la coscienzia, voi forse non sareste vivo. — Disse il Molino: — A questi giorni uno, a mio giudicio, acutissimo ne fu detto da un giovane musico in questa terra, che sonando uno suo istrumento in presenza d’alcuni uomini di qualche qualitá, tutti d’accordo insieme, per farlo dir qualche cosa (ché sapevano che egli è acutissimo e liberissimo nel parlare, quando altri gli ne dá occasione), gli dissero che un altro sonava megiio di lui; ai quali voltatosi, prestamente egli