adunque colá dove prima per iscaricare la vettovaglia e per
mettere in punto il desinare avevano i servitori fatti smontare,
non so come venne detto al conte Alessandro: — Sia lodato
Iddio che quivi siamo redutti senza compagnia di donne, le
quali sogliono sempre essere l’assenzio, anzi il tosco che rende
amara e avvelena ogni dolce e viva compagnia. — Per che,
fattosi avanti messer Benedetto Cornaro, disse: — Conte, che
è quello che voi dite? Anzi, se cosa nessuna manca a dare perfezione, dolcezza e vita a questo nostro solazzo, ci manca una
bella compagnia di donne. — A cui rispose il conte: — Cornaro, tenete pur sempre la loro ragione, ché vi leveranno al
ballo del cappello, piú volte che li altri, coteste ingrate. —Oh!
— disse il Veniero — conte, voi cominciate a perdere assai fede al
biasimo che volete dar loro, posciaché dimostrate, col chiamarle
«ingrate», che elleno vi sieno in odio piú tosto perché non
abbiano renduto la mercede a qualche vostra servitú, che perché
ne sia cagione la natura od il sesso loro che cosí meriti. —
Anzi — rispose il conte, — chiamandole «ingrate», acquisto fede
alle mie vere parole, perché non solamente per chiamarle con
questo nome non dimostro odio verso loro, ma si bene affezione
infinita. Perché io non so pensare con qual piú dolce nome
chiamerá loro colui a cui sará in proposto nominarle, essendo
elle la maggior parte crudeli, dispettose, fallaci, empie e piene
d’ogni fraude. — Allora disse il Molino: — Voi non potete,
conte, piú dire di non portar loro odio infinito, posciaché non
solamente nella modestia del primo nome non vi siete fermato,
ma trascorso avete tanto oltre, che ad uno ch’avesse da loro
ricevuto mille tradimenti crudeli e mille morti saria bastato per
vendetta. Senza che, poi n’avete tratte fuori qualcuna con dir
«la maggior parte»; la qual cosa dona a credere che tutte non
le abbiate per tali. Dal che necessariamente siegue che voi non
odiate il sesso per essere naturalmente crudele e pien di fraude,
come avete detto, ma si bene parte d’esse che per aventura
v’avranno usato, come poco fa disse il Veniero, qualche torto. —
Soggiunse il Badovaro: — Anzi, se esse ucciso l’avesser, non
si potrebbe dir che gli avessero fatto alcun torto, poiché egli