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giornata prima 11

adunque colá dove prima per iscaricare la vettovaglia e per mettere in punto il desinare avevano i servitori fatti smontare, non so come venne detto al conte Alessandro: — Sia lodato Iddio che quivi siamo redutti senza compagnia di donne, le quali sogliono sempre essere l’assenzio, anzi il tosco che rende amara e avvelena ogni dolce e viva compagnia. — Per che, fattosi avanti messer Benedetto Cornaro, disse: — Conte, che è quello che voi dite? Anzi, se cosa nessuna manca a dare perfezione, dolcezza e vita a questo nostro solazzo, ci manca una bella compagnia di donne. — A cui rispose il conte: — Cornaro, tenete pur sempre la loro ragione, ché vi leveranno al ballo del cappello, piú volte che li altri, coteste ingrate. —Oh! — disse il Veniero — conte, voi cominciate a perdere assai fede al biasimo che volete dar loro, posciaché dimostrate, col chiamarle «ingrate», che elleno vi sieno in odio piú tosto perché non abbiano renduto la mercede a qualche vostra servitú, che perché ne sia cagione la natura od il sesso loro che cosí meriti. — Anzi — rispose il conte, — chiamandole «ingrate», acquisto fede alle mie vere parole, perché non solamente per chiamarle con questo nome non dimostro odio verso loro, ma si bene affezione infinita. Perché io non so pensare con qual piú dolce nome chiamerá loro colui a cui sará in proposto nominarle, essendo elle la maggior parte crudeli, dispettose, fallaci, empie e piene d’ogni fraude. — Allora disse il Molino: — Voi non potete, conte, piú dire di non portar loro odio infinito, posciaché non solamente nella modestia del primo nome non vi siete fermato, ma trascorso avete tanto oltre, che ad uno ch’avesse da loro ricevuto mille tradimenti crudeli e mille morti saria bastato per vendetta. Senza che, poi n’avete tratte fuori qualcuna con dir «la maggior parte»; la qual cosa dona a credere che tutte non le abbiate per tali. Dal che necessariamente siegue che voi non odiate il sesso per essere naturalmente crudele e pien di fraude, come avete detto, ma si bene parte d’esse che per aventura v’avranno usato, come poco fa disse il Veniero, qualche torto. — Soggiunse il Badovaro: — Anzi, se esse ucciso l’avesser, non si potrebbe dir che gli avessero fatto alcun torto, poiché egli