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Ragionamento della terza giornata

Giá aveva Febo coi raggi suoi tolto dagli occhi de’ mortali

10 splendore d’ogni stella, quando su si levarono la dimane i gentiluomini, e deliberarono fra loro di starsene ancora per tutto quel giorno nella valle, passandolosi con dolci e soavi ragionamenti, si come gli altri due però inanzi fatto avevano, ancoraché dalla chiarezza del tempo, dalla tranquillitá del mare e dai consigli de’ pescatori fussero persuasi a prendere nel mare que’ solazzi e piaceri per li quai partiti da Vinegia s’erano. Lasciarono adunque che i pescatori, insieme con il conte Alessandro Lambertino e il conte Ercole Bevilacqua, i quali, per essere forastieri, e poche volte pochi giorni per altro tempo abitati in Vinegia, non avevano mai veduto in quanti modi e con quanti inganni a’ pesci si facesse guerra, n’andassero in mare a solazzarsi; ed eglino dentro la valle, ragionando, finché l’ora di desinar fu, si rimasero. Posciaché ebbero mangiato,

11 Badovaro, voltatosi al Corso, disse: — Messer Anton Giacomo, e’ non sará fuor di proposto né fuor di tempo che raccontiate, se cosi vi piace, la novella che restaste di raccontare ieri per la venuta di questi gentiluomini. Fossevi anco il conte Alessandro, ché né ancor esso della sua n’andarebbe assolto. — Disse allora il Corso: — Io avrò sempre piú contentezza di ubidire a Vostra Magnificenza, ch’io non avrei di vedere che tutto ’l mondo ubidisse a ine. — E poscia, la novella incominciando, cosi disse: