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NOVELLA XIV

Faustino ama Eugenia, e la vista di lei si gode in una chiesa; e, perché Nastagio de’ Rodiotti gran parte del suo piacer gli vieta, gli fa una solennissima burla e fuor di quella chiesa per sempre tutto scontato lo fa uscire.

Fu giá nella ricca e nobile cittá di Bologna un valoroso e accorto giovane, nomato Faustino, di chiarezza di sangue, di bellezza di corpo e d’animo e di avere, quanto altro fusse a’ suoi giorni, da Dio, dalla fortuna e dalla natura aitato. Era costui innamorato e ardeva estremamente delle bellezze e del valore d’una giovanetta chiamata per nome Eugenia, ed egli a lei era di sommo contento e di somma sodisfazione. Amando il giovane costei ardentissimamente, non lasciava occasione alcuna né ad alcuna fatica perdonava, purché la potesse talor vedere, e bisognavagli far mille aguati e mille scorte. Però il padre e la madre di lei, che di ciò, senza però averlo mai potuto trar di bocca alla fanciulla, s’erano avveduti, gli la celavano a tutta lor forza, temendo peggio non avenisse; avendosi dato a credere non essere possibile ch’ai giovane potesse mai cadere nello animo di prenderla per moglie, essendovi e di sangue e di ricchezza troppa disaguaglianza. Tenevano adunque questi suoi la giovene, quanto piú potevano, lontana e nascosa agli occhi di Faustino. La madre, che un poco piú devota delle altre era, non voleva che ella giamai mattina alcuna perdesse la messa, e ogni giorno quivi a una chiesa di preti presso alla lor casa la conduceva, ma tanto per tempo, che, nonché alcuno nobile la vedesse mai, ma appena a tal ora i fabri od altri manuali, che piú degli altri per tempo sogliono incominciar il lor essercizio, erano levati; e dicevasi in quella chiesa la messa cosi a buon’ora a posta per questa giovane.