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I DIPORTI

e appresso darmi la fede vostra di non confessar mai a persona vivente che da me abbiate avuta simil cosa, io ve ne darò del cosi perfetto quanto si possa al mondo trovare, il quale ho ridutto in polvere, e farovvene la pruova in uno animale, ogni volta che del prezzo rimaniamo d’accordo insieme. — Giberto, ohe intento era alla vendetta e che piú vivere non voleva, disse che da se medesmo facesse il prezzo, ché, dove egli la pruova gli ne facesse vedere, a ogni dimanda sodisfaria. Convenutisi adunque insieme del prezzo, lo speziale prese uno cagnoletto sattino ch’aveva, e quello in una coppa d’acqua fece bevere alquanto della detta polvere: per la qual cosa subito l’animaletto con alcuni motivi strani addormentato cadde, né altramente si moveva né batteva fianco che se morto fusse stato. Per che Giberto, posto mano alla borsa e di quella trattone di molti scudi, allo speziale pagò la polvere, e con essa in mano, avvolta in un papiro, alloalbcrgo fece ritorno. Né guari badò, che Cornelia, si come posto ordine avevano insieme, la fante a lui mandò; alla quale egli, di nulla pentito, diede la detta polvere, con animo che quella alla giovane dar morte dovesse. Arreeolla la fante alla padrona, la quale subito cosi fece apunto come Giberto imparato le aveva che facesse; talmente che subito addormentata, si che morta pareva, cadde. Della qual costi la serva impaurita, con la piú strana e dolente voce de! mondo a piangere e a gridare incominciò; si che tosto la casa d’amici e di vicini tutta ripiena fu, e da tutti fu giudicato la giovane essere al tutto di vita passata. Né guari andò che al padre, che fuor di casa si ritrovava, la novella pervenne. Il quale, dolente a morte, a casa si ridusse e con diligenza grande, come uomo saggio, a interrogare la fante incominciò, come e in qual guisa ciò fusse avvenuto: dove il tutto e del romito e dell’acqua seppe. Per che, tacitamente di ’•asa usciie», dal governatore deh;: cittá n’andò, e, narratogli il caso, con sua licenza gran parte della sua corte tolse, e di compagnia se ne andò allo albergo di Giberto, e a quello fece porre le mani addosso e condurre avanti al giudice criminale. Al quale egli cui era e per qual cagione ciò fatto avesse narrò, aggiungendo non stimar piú la vita; e, quando il ricever morte