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contradirti in cosa alcuna, farò quanto m’imporrai ch’io faccia.— Qui tacque la vecchia, e, quasi lagrimando, attese ciò che la Briseida le imponesse. La quale, doppo molto ringraziarla e assicurarla di ciò ch’ella temeva, le diede la lettera che a Gasparo in risposta della sua poco dianzi scritta aveva, e le impose che, quanto piú celatamente e presto poteva, a lui ne la recasse, e le comandasse che la vegnente notte sulle cinque ore egli si ritrovasse alle mura della cittá alla parte di ponente, che da lei, che le chiavi d’una picciola porticella, ivi in quel luogo latta per soccorso, possedeva, aperto senza fallo alcuno sarebbe stato. La vecchia, quantunque grave e periglioso le paresse ciò fare, pure con bellissimo modo fece si che Gasparo ebbe la lettera e l’ambasciata insieme, onde il piú felice uomo che vivesse giamai si tenne; e, del tutto facendo consapevole il fidel Rinconetto, dal quale confortato a fare quanto la donna gli imponeva che facesse, incominciò con il maggior desiderio del mondo ad aspettar la notte. La qual venutane, prestamente al luogo desiato si ritrovò, dove fu dalla Briseida, che ivi l’attendeva, con somma leticia raccolto. Stettero per quella notte i due amanti in una stanzetta, ivi fabricata a posta, per cui si faceva guardia in tempo di guerra, con quello estremo contento e diletto che si può pensare; e poscia dierono discretissimo ordine al loro amore, pure con animo e promessa di ritrovarsi ogni notte in quel luogo, finché il marchese, ch’allora alla caccia si trovava, se ne ritornasse, overamente che l’ordine posto si potesse usare.

Partitosi Gasparo contentissimo avanti giorno un’ora e ritornatosene al suo castello, quanto l’era seguito allo amato Rinconetto fece a sapere, e la seguente notte, si come era l’ordine, nello imbrunirsi ritornò nello stesso luogo, destinato a’ suoi piaceri, anzi alla sua morte. Peroché fato crudele, ciba miserabil fine l’infelice giovane scorgeva, consenti che il marchese con poca compagnia de’ suoi cavallieri, cacciando un veloce e gagliardo cervo, quivi arrivasse dove egli si ritrovava, e gli occhi rivolgesse, cosi come se il tutto saputo avesse, in quella parte dove il misero, presago d’ogni suo male, si nascondeva