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di cui memoria rimane eterna! Poi, mio dolore incancellabile sarà sempre il ricordarmi che era più di un anno ch’egli non poteva scrivere affatto per i suoi occhi; Giacomo poteva supporre che fosse per dimenticanza o per disamore; oh, credimi pure, Marianna mia, che questo pensiero è il tormento continuo della mia vita, e che vorrei dar tutto perchè potessi una volta sola parlare con Giacomo. Mille volte l’ho nei miei sogni, ed è una consolazione per me, almeno di qualche momento.

Oggi riprendo la penna, ieri non avrei potuto parlarti di altro. Godo assai nel sentirvi tutti bene, e in pace, e amorosi gli uni degli altri; queste sono le vere ricchezze: di vivere tra persone amiche. Segui pure a fare la tua torta di riso; vorrai farla una volta anche per me? Allora vedrai come la tua Paolina farà onore a’ tuoi lavori e vedrai come la sorella ha i medesimi gusti del fratello, come anzi non mangia (per cattiva e sciocca abitudine presa una volta quando temeva (l’ingrassare) che cibi dolci e nient’altro.... ma tu riderai a queste parole di un futuro che sempre più si rende impossibile; ne rimane almeno la speranza!

Ricevi e gradisci i saluti di Cleofe e i baci di Virginia; mio fratello anch’egli riverisce tutta la tua famiglia. Addio, cari miei, addio. Già lo sapete come io vi porto tutti in mezzo al cuore, e come spero di stare egualmente nel vostro. Io ti bacio, cara Marianna, con tutta l’anima. Per maggior sollecitudine nel recapito, dirigi pur sempre le tue direttamente a Carlo.