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varrà a scemarne la noia e il colore dell’inverno che pur troppo è assai vicino.. Fra Cleofe e il canarino ti ho scritto sinora: sul tavolino di lavoro di questa cara e bella creatura, la quale pur vorrebbe anch’essa baciarti e salutare tutti i tuoi. Credo che ti porterai a sentire Ievanoff non è vero? Addio, mia cara, ed amatissima. Se Ninì ancora è viva abbracciala per me e baciamela assai; e tu non ti scordare che con amore immenso sei amata da quella che ti chiama sempre la sua diletta.


LXXVII.

AD ANNA BRIGHENTI

a Forlì

Martedì di Pasqua (1840)

               Cara Nina

Peccato che la tua lettera non mi sia giunta ieri, sabato santo, che almeno sarebbe venuta al suono delle campane, e allo sparo dei mortai, degno ricevimento di una lettera attesa da anni ed anni! Se anch’io non mi sentissi non leggermente tocca dall’istesso tuo male, oh allora non valerebbe la distanza che ne separa a smorzare la mia collera, e a non farti sentire i miei ruggiti (!) Ma... non posso parlare, e convien bene che mi freni nel giusto mio sdegno perchè anch’io ho bisogno di molta e molta indulgenza. E poi, non è vero che da qui a due giorni io debbo prender Pasqua,