mai mai, che penso sempre a te con grandissimo affetto e con dolore vivissimo, chè la tua lontananza mi fa tanto male! Oh non puoi credere quanto mi affligga questo pensiero, e il vedere la diletta tua immagine al di là dei mari, ove io non posso raggiungerti, nè le mie braccia possono stringerti al mio seno! Immagina dunque quanto mi abbia rattristata il sentire che non tornerai per lungo tempo, io sperava che nella primavera saresti di ritorno fra noi; ora chi sa quando mai sarà! Ma se tu stai bene assieme con tutti i tuoi, se gli affari ti vanno bene, se tu sei quieta e tranquilla, guardandoti cautamente dal mondo che ovunque è tanto cattivo, io sarò contenta, e starò aspettando che un vento propizio ti conduca in Italia ove pure potrò sperare di vederti una volta prima di morire, e prima che tu ti stanchi della tua vita girovaga. Ma quanto mai invidio questa tua vita! Davvero ora vedo bene che tutto è vanità a questo mondo come a’ tempi di Salomone, e per questo se potessi mettermi in un legno di posta, e girare tutto il mondo (scendendo qualche volta per prender posto su qualche bastimento) per quei pochi anni che mi restano a vivere, vivendo sempre sola, e vedendo, vedendo sempre sempre le bellezze e le bruttezze della natura, oh allora si che sarei felice. Perchè, non puoi credere quanto mi abbia tormentata sempre il pensiero che vi sia qualche cosa a questo mondo ch’io non vedrò mai! e se queste cose poi sono belle, belle assai, come le ghiacciaie della Svizzera, il cielo di Napoli, un’aurora boreale e Pietroburgo, immagina quanto devo penare io che non posso ar-