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faccio bene, non so se faccio male. Nè è già perchè io dubiti di te, o cara, e non abbia una piena intera fiducia nell’amor tuo e nella tua bontà, ma l’irresoluzione e il non saper volere
fermamente una cosa fanno sempre il tormento dei miei giorni; e perciò parlandoti ora di questo mio interesse, ed ora implorando ancora l’aiuto tuo e di papà, son pronta a deferire pienamente a quei consigli che da si care e buone persone mi verran dati.
Scrissi a Nina giorni sono che mi era stato fatto vedere possibile uno stabilimento in Bologna: ora ecco come sta la cosa. Una mia amica di Pesaro mi scrisse nell’agosto passato, sapere essa esservi a Bologna un tale (non posso dire signore), dottore ed avvocato in legge, ricco di 4 in 5 mila scudi di entrata, di 50 anni, religiosa e brava persona, vedovo da pochi mesi della contessa Muzzarelli di Ferrara, senza figli, il quale cerca moglie, e bramerebbe una signora senza curarsi di molta dote.
Altre particolarità e ragguagli mi dava questa mia amica, e mi diceva che s’io vi acconsentiva andava tosto a scrivere a Bologna ad un suo amico, per entrare in discorso con quel sig. avvocato (il quale non fa più l’avvocato ma bensì ha un impiego ch’essa non mi ha voluto dire), e sentire se poteva esservi principio di trattativa; il che essa ha fatto. Due mesi dopo la prima sua lettera mi scriveva che quel suo amico non le aveva per anco risposto, e che perciò tornava a scrivergli; poi non ho saputo altro. Ora che le cose finiscano così non è troppo naturale: nè io