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Io già sapeva di un incendio accaduto costì nell’appartamento della Marchesa Ricci assente, ma certo non mi passò affatto in mente che la cara Ninetta se ne stesse dalle sue finestre a contemplarlo, intrepida e senza timore che quelle vampe si dilatassero fino a lei, ed affrontando per curiosità freddo e reuma. Anche noi abbiamo avuto un’estate piena in un certo tempo di fulmini, i quali cadevano a mucchi, e per uno dei quali mori all’istante una povera donna. Giacomo ne scrisse sui primi di settembre che a momenti saria venuto da noi1, poi non ci ha scritto più e non è più venuto, ma sappiamo che sta benissimo. Due bellissime sorelle del bellissimo Ranieri si fanno monache a Roma e stanno per giungere colà, noi crediamo che in loro compagnia Giacomo se ne partirà di Napoli, ma che venga da noi non lo crediamo punto. Addio, cara Nina, amami quanto io ti amo. Amen.


A te, Marianna mia, do con tutta l’anima un bacio affettuosissimo, e mi raccomando all’amor tuo, alla tua tenerezza. Se mi vuoi bene scrivimi presto, e dammi conto di te, dei tuoi affari, delle tue speranze. Oh come ti auguro una vita tranquilla, oh come vorrei che avessi finalmente a godere di quella pace e di quella felicità che meriti! la tua amica non forma voto più ardente di questo. Il solo pensiero di venire a trovarti (pensiero mantenuto più giorni) mi faceva balzare di gioia, ora, non balzo più; sono ricaduta nel solito inerte e melanconico mio stato. Cosa n’è di Giordani?



  1. Epist., lett. 528.