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Ma tu ti divertirai assai, ne sono sicura, e avrai tempo da vedere tutto, ed ora ti goderai questa primavera che costi è una vera delizia, un incanto. Giacomo non vi ha voluto aspettare; io smanio di sapere se a Firenze lo avete veduto. Dimmelo, o Marianna mia, e se puoi, dimmi cosa fa, cosa spera, come è lieto, come lo ha consolato il vedervi, il vedere tuo padre; non lasciare di dirmelo, per carità.
Egli parti di Roma il 171, non so se voi altri lọ abbiate incontrato per viaggio. Che ne dici dei terremoti di Lombardia? Che disgrazia, che orrore! Avrei tremato che si fosse fatto sentire anche dove eravate voi altre, ma tu nella tua dei 14 non ne fai motto, e ne sono ben contenta.
La vicinanza della Santa Casa pare che ci preservi sempre da questo flagello orribile, anche questa volta noi lo abbbiamo appena sentito.
I nostri affari vanno sempre in un modo.
I Francesi non fanno nessun preparativo di partenza, e già saprai che i Tedeschi sono arrivati a Fano. Le voci che si dicono sono talmente moltiplicate e diverse, che fanno perder la testa.
In Ancona i Francesi hanno voluto il teatro aperto; una sera vi si canta l’opera che si faceva a
Fermo nel carnevale, ed una sera vi recita la compagnia comica che avevamo noi, ma i francesi la soffrono impazientemente, poichè vogliono solo sentire la musica.