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davanti. Poi saltò sul tavolo e cominciò. a strofinare il muso contro di me.

— È vostra questa bestia? — domandai all’oste.

— No...; non l’ho vista mai; io non tengo cani.

— Sarà di qualcuno degli avventori — replicai io.

— Sarà...; ma io non l’ho mai vista; è una bestia smarrita.

— Tenetela voi — dissi — qui ci avrà da mangiare.

— Se fosse maschio — rispose dopo essersi accostato e averla osservata — se fosse maschio! Ma una femminaccia non la voglio in casa; la butto fuori su la strada.

— Allora la porto via io; e se si presenta il padrone, sapete dove sto di casa.

Fu così che uscii dall’osteria seguito dalla cagna che mi si attaccò ai polpacci come avesse capito.

Quando fui a casa al lume di una candela la vidi in attitudine di un ospite che è stato invitato e attende che gli facciano i convenevoli dovuti.

— Dormirai qui, cara mia, e ti troverai un