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— Curiosa! — diceva spesso mia madre da che tu hai lasciato F***, nessuna più delle mie amiche mi manda a salutare! nè meno un biglietto di visita. Mi credono forse morta? domandava sorridendo — e non sanno che finchè vivi tu e finchè ti so felice io non morirò? Quando le rivedrai, dillo che si ricordino di me!...

Cercavo con vari pretesti di confortarla alla meglio e le davo il braccio e andavamo per il parco fra quelle rose e per il silenzio dell’estiva campagna.

Questo abbandono in cui eravamo lasciati, contribuì non poco a farmi perdere ogni speranza di vita diversa e migliore; così che nel tempo che le rondini con molto garrire lasciavano i cornicioni del palazzo per le solatie terre d’oltremare, lasciai io pure, la mia casa, e ritornai laggiù, fra quegli scolaretti.

Ripresi la vita dell’anno prima, e il direttore mostrò di rivedermi con piacere.

Egli era allora tutto intento a compilare certi commenti latini ed io lo coadiuvavo ricercando nei lessici e nelle grammatiche.

— Queste ricerche le riusciranno di infinito vantaggio — ripeteva ogni tanto.