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e andar avanti hanno bisogno di ruinare da un muro all’altro. Ora ne la vita vi sono di quelli che non hanno mai bevuto una goccia di vino ma che tuttavia non ci riescono a trovare la via diritta.

Costoro hanno, o per educazione o più tosto per causa di eredità, un animo soverchiamente gentile ed impressionabile; qualità che loro si impone in un modo imperativo, e, quando sono disillusi, li spinge su la via opposta, non mai su la via diritta.

Quale è la via diritta? Non so. Forse è la via più obliqua e tortuosa del mondo: ma ciò non vuol dire: quando questa via è seguita dalla maggioranza, senza dubbio diventa la via diritta e bisogna chiamarla con tal nome.

Così, per fare un paragone, vi sono di quelli che hanno un’ipersensibilità tattile di tal forma che toccare una cosa untuosa, immaginare soltanto un oggetto sozzo, li fa rabbrividire. Questa è una malattia. Bisogna curarla, bisogna abituarsi, per Dio, a tener le mani nel pattume e nella morchia! Similmente per quelli forniti di codesta eccessiva gentilezza dell’animo, ogni ingiustizia, ogni volgarità, ogni azione indeli-