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222 | alfredo panzini |
«Può si l’uomo nobile seguitare a vivere in pace, sobrio, pudico? Si, ma quando la cittadinanza dentro cui vive è in pace, sobria, pudica. Se no, non può: è inutile, forse è ridicolosum».
Catullo stava pensoso, a testa china, senza parole; e poi domandò:
— Come fu ucciso?
— Uno scontro a caso, — dissero, — a quanto sembra, fra la squadra di Clodio e quella di Milone. Il pugnale di Milone gli si immerse sino all’elsa nel petto, e lo squarciò. Bianco e delicato come di fanciulla. Lo trasportarono in una caupona, che era li presso, dove visse qualche ora. Rantolava con la schiuma alla bocca e chiamava la sorella Clodia. Lei giunse in tempo per vederlo, e dicono che per tutto il giorno e per tutta la notte urlò forsennata, e furono udite fino a Roma le strida di lei.
— L’avete voi riveduta?
— Nessuno l’ha più riveduta.
Già alta era la notte. Le lampade tremavano. Sul lago apparve la faccia pallida della luna. Gli amici ad uno ad uno si accomiatarono.