Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
40 | Diario sentimentale |
In via Rizzoli mi sorprende questa frase bisbigliata sotto i baffi grigi da un maggiore di artiglieria ad un suo collega: «Quale imprudenza! Ma non dovevano mai attaccare!».
Vi sono molti ufficiali fra via Rizzoli e via Indipendenza: imberbi, eleganti, in istile. Ripeto: troppa eleganza!
Mi viene alla mente il mio tenente dei bersaglieri, a Milano. Ha un battere di ciglia impressionante. Ha poche idee, ma lùcide: «Battersi!» Dove? come? quando? Non sa: ma bàttersi. Era mio scolaro: marinava spesso la scuola. Ora è bersagliere.
— E’ buono — gli domandai un giorno — con i suoi soldati?
— Minga tant! Quando mi vedono, cercano di nascondersi.
Durante lo sciopero del giugno, l’ho visto coi suoi bersaglieri, bloccare una via. La teppa gli gridava: «Tenentino, te cognossi! Se ti troviamo solo, ti mettiamo le busecchie al sole». «Veda — mi diceva — in Germania, quando passa un reggimento, tutto si ferma: passa l’esercito! Qui, a Milano, siamo pregati di fare il giro dei vergognosi per le vie di circonvallazione. Non si deve disturbare il commercio col militarismo». Gli battevano le ciglia per disdegno.