Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
38 | Diario sentimentale |
ad accumulare, dopo un certo numero di anni, gli elementi di crisi per un nuovo cataclisma.
Domandai: — Allora che resta da fare, nella vita, caro Serra?
— Vagliare pietre, come ha fatto lei, ieri; oppure recitare una sestina del Petrarca.
È sopraggiunta la Titì dal mare, con le chiome ondanti e bionde, giù per l’accappatoio. Ride. Anche se ci sarà Serra a colazione, ella vuole a tavola la contadinella, sua piccola compagna di giuoco.
— Beato lei, Serra, che non ha figli! — mi avvenne di dire.
Accenna tristamente col capo di sì.
***
La grande battaglia è impegnata: due milioni di combattenti s’allineano lungo il confine di Francia. È così? Così assicurano i giornali. Una immane battaglia frontale come ai tempi primordiali. Il pensiero si smarrisce. Non ho la pazienza di attendere. Prendo il treno e vado a Bologna.
Quando fu sera, incontrai l’amico Lolli. Ha sessant’anni, quasi; ma conserva ancora l’aria dei tempi dell’Internazionale. Fu amico del Costa, del Cafiero, del Pascoli, del povero Severino, nei giorni della loro giovinezza, in Bologna. Ne assorbì