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di Alfredo Panzini | 37 |
giocator di pallone, quando modula i versi tutt’a suo modo, salendo e digradando con una vocina flèbile di rosignolo in amore.
— Ma perchè poi questa guerra? — interruppi io.
— Per la causa per cui sono sempre avvenute le guerre — risponde Serra con la stessa voce mite con cui modulava la sestina del Petrarca. — Ella ricorda il ver sacrum dei romani? I nomi delle cause sono mutati, ma la causa rimane sempre la stessa! Il popolo tedesco è cresciuto in proporzioni gigantesche. Sente la necessità di spezzare i suoi vestiti che non lo contengono più.
— Allora qualcosa di automatico....
— Tutta la vita, se la guardiamo un poco al di là della superficie parvente, è formata dalla ripetizione di antiche, consuete, piccole azioni automatiche: coltiviamo le stesse biade, mangiamo gli stessi frutti come tremila anni fa, ubbidiamo alle stesse necessità: umanità che è vissuta, e non ha mai fatto troppa osservazione dove, come è vissuta. La vita? Una piccola parabola davanti al sole; un pullulare di bolle in fondo a una fonte perenne! Alcune bolle vanno più in su, altre scompaiono sùbito. In verità sono sensazioni che non si acquistano se non nell’attraversare queste ore tragiche. La guerra è lo scoppio di una crisi latente. Poi si riprende ancora il sòlito ritmo fino