Pagina:Panzini - Diario sentimentale della guerra, 1923.djvu/40

34 Diario sentimentale


La gente mite me ne chiede: — Lei che ha sempre quel foglio in mano, come va questa guerra? Non si sono accomodati?

— Chi?

— Quelli che fanno la guerra, i signori, quelli che comandano....

— No, non si sono accomodati.

— Speriamo che si accomodino! e intanto la farina aumenterà di prezzo, la miseria crescerà!

Emigrati, giunti da Longway, da Trieste, raccontano cose paurose dei tedeschi.

La gente si restringe a dire: «Speriamo che non arrivino fin qui!» Del resto le loro casette non si elevano oltre le cime delle marruche e dei tamarischi.

Strano, mio figliuolo Piero! Mi strappa i giornali di tasca e più le notizie sono terrìbili, più sorride. Dice: — Allora è la guerra sul serio! — Egli ha visto le guerre, orrida bella, nei libri: ora la vede nella realtà. Per lui è uno spettacolo.

Si parla sempre di chiamata di classi: i più evoluti assicurano che, in tale caso, sapranno ben loro quello che c’è da fare!

È venuta la chiamata alle armi di due leve, ma nessuno si è ribellato. Le teste si curvano come le cime degli alberì sotto l’uragano.

Ma l’oste, vecchio abbonato all’Avanti!, non