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32 Diario sentimentale

rebbe fatale. L’Italia deve combattere con le armi del suo genio.

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4 Agosto 1914. Da Milano a Bellaria.

In treno si parla ancora come cosa certa di mobilitazione imminente. Frontiera nord-est o frontiera nord-ovest? Ah, questo, poi, nessuno lo sa.

Un grosso signore di mezza età, con uno spolverino di tela e il più schietto accento toscano, è tutto occupato del prezzo del cambio. Per il resto è tranquillo. Gli faccio il quadro di tutte le eventualità della guerra. Non si commuove troppo.

Io arrivo sino alla possibilità del ritorno dei Lorena in Toscana. — O, senti! ma io prendo ìcche viene!

— Ma, scusi, lei è?..

— Fabbricante all’ingrosso di casso mortuarie!

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Bellaria. Qui, a Bellaria, se ne parla appena della guerra, come di una cosa che avviene in un altro pianeta. La buona gente ragiona ancora con soddisfazione dei fatti del giugno, della rivoluzione dei polli che si vendevano a due soldi. Qualcuno, un po’ più scalmanato, mi consulta sul modo più