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forze per la domenica, in cui fa le ore straordinarie in ufficio, e legge l’Avanti!». Certo per essere felice gli occorrerebbe la cura del santo re Davide contro la vecchiezza: coricarsi con una fresca fanciulla, piena di vitamine. Ma si accontenta.

«Comperare della rendita? Mio caro, non è tempo ancora. Quando sarà scesa a settanta, allora se ne potrà parlare».

Quando penso che un simile uomo è rappresentativo di tanta umanità, che simili uomini rimarranno in perpetuo, muore in me ogni senso eroico, e mi chiedo: «A che vale combattere contro i germani?»

***

A Gorlago, giornata serena di sole e solicello, con l’amico sergente Rèbora. Bel figliuolo, soave. Fa il saluto militare con perfezione germanica. Lo trovai in una stanzetta, dove è accantonato, rèduce da una marcia notturna. Tante calze, calzette di lana fumide! Arrossiva di quelle calze.

— Ma io non sono una signora.

Mi offrì acqua e sapone. Mi disse che i superiori si valgono sempre di lui. Si vestì; uscimmo. Ebbe licenza per qualche ora.

Fra il verde: antiche ville lombarde! L’occhio riposa, non soffre come a Milano. Come era lon-