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fumeria in Via Santa Margherita, a Milano, per l’appunto. Ma che cosa era? Un articolo di toilette per imbiancare le dame. «A cinque lire il flacon, garantito issòp!» diceva la femminetta, che funzionava da commessa.

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Per fortuna (o per disgrazia) gli altri non fanno tanti ragionamenti: prendono su e vanno! Molti sono andati a combattere in Francia.

Arnaldo De Mohr ha lasciato tutto: figlio, moglie, un romanzo che stava scrivendo, ed è là che combatte nelle Argonne. Sua moglie m’ha fatto vedere questo dispaccio: «Sono finalmente soldato della Francia, dell’Italia, dell’Ideale».

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Milano, 1915.

I miei occhi — durante la lunga attesa — si fissarono su di un Catalogo speciale di safes.

Dove ero io quel giorno?

In un gabinetto di una Banca, in attesa di un impiegato di detta Banca. Era una stanza d’aspetto, nuda, lùcida, gèlida, pur essendo ammobigllata e riscaldata col termosifone. Anzi un caldo asfissiante! Fuor che una delle sedie superbe, stupidamente allineate lungo le pareti, o lo sfacciato lam-