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di Alfredo Panzini 135


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Guglielmo Ferrero non vuole, per quel che mi par di capire, la morte di quel guerriero; ma che sia messo in condizioni di non nuocere. Quindi bisogna curarlo di quel colossalismo.

E la cura consiste nella sana aria iodata; cura della sapienza antica, la quale diventò, attraverso i secoli, vita, natura, misura. Cura del mare, del sole, dei campi semplici; dopo (si intende) un poco di bìsturi. Condurre quel gigante a bere alle grandi, pure fonti di Grecia e di Roma.

Benissimo! Ma quel guerriero non ne vuol sapere; e poi mi sembra che dica con notabile ironia: «signori latini, non potreste cominciar la cura da voi? Non foste voi sino a ieri gli ammiratori e gli imitatori del mio kolossalismum

E quanto alle grandi fonti di Grecia e di Roma, come si farà?

Oh, Guglielmo Ferrero, le fonti non gettano più! I nostri Oberlehrers a furia di analisi hanno perso di vista la sintesi: i nostri Philologen, a furia di lavorare attorno alla fontana, stùzzica che ti stùzzica, hanno ostruito i condotti. La fontana non getta più. Ma i nostri Philologen seguitano a lavorare e a stuzzicare lo stesso, perfettamente indifferenti della verace funzione delle fontane, che è sopratutto quella di abbeverare.