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112 Diario sentimentale


— Non capisci?

Caro Cesarino, anche molti uomini la capiscono come te questa cantilena.

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26 Dicembre 1915.

La guerra in primavera! E’ su le labbra di tutti. Dunque, gennaio, febbraio, marzo: tre mesi di vita. Chi ne sa niente? Non credo che l’Italia voglia la guerra: è il terreno, sono le sabbie mobili, che franano verso la guerra. V’è chi dice che il Governo fa spese militari approfittando del silenzio a cui sono costretti i socialisti.

La gente però è come prima. Per Natale, la gente ha mangiato torrone, mostarda, panettone, pan certosino; il Papa è stato su le generali: ha detto in concistoro: Deh, cadano al suolo le armi fratricide! Il terreno si muove anche sotto i piedi di lui, pontefice, come degli altri uomini. L’umanità è quella che è: e Missiroli ha ragione quando scrive (Giornale d’Italia, 26 dicembre) che Gesù sulla Croce è il simbolo eterno della tragedia della Umanità; è la tragedia del padre che si illude col suo sacrificio di risparmiare ai figli il tributo di dolore e di sangue. Nessuno sfugge al sacrificio della creazione.

Ben detto, caro Missiroli. Sono però cose os-