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di Alfredo Panzini 103

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Milano, 7 decembre 1915, Sant’Ambrogio.

«Vater unser, der du in Himmel oppure, Padre nostro che sei nei cieli, il che fa lo stesso» andavo mormorando fra me, ritornandomene a casa: «Padre Iddio, il quale forse àbiti nel cielo, ma in terra, no, certo!»

Attraversavo la piazza di Sant’Ambrogio, affollata in quella domenica della vecchia fiera: — Oh, bei! Oh, bei!

Un nebbione denso calava già dalle torri quadrate della basilica; e si mescolava col fumo dei friggitori e dei rivenditori di caldarroste.

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Perchè mi soffermai davanti al banco del venditore degli specifici contro i calli? Perchè costui aveva una marmotta.

Perchè, poi, la marmotta? Ah, per dire che il grasso della marmotta è semplicemente miracoloso, come tutti dovrebbero sapere.

Apriva una cassetta e mostrava la marmotta al pubblico.

Ma non era costei la interessante, e nemmeno l’imbonitore pei calli, nè la serpe, nè il teschio che stava sul banco.

L’interessante per me era il costume e la vita della marmotta, come spiegava quell’imbonitore.