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sulle prime poi saracena, aveva avuto una monarchia normanna separata dalla napoletana, ed adottava le memorie di quell’epoca come monumenti della propria indipendenza, ribellandosi costantemente contro la nuova Corte borbonica che imperava a Napoli. — Le abitudini e le virtù guerriere non erano mai state nè onorate nè seguite in Italia; e a poco a poco la molle influenza del nostro clima aggiungendosi alla effeminatezza che naturalmente risulta dal viver sempre negli agi, negli ozii, nel lusso, e lunge da ogni pericolo, la società italiana era diventata oggetto di sarcasmi e di motteggi per gli stranieri, e per quei pochi virili ingegni che di quando in quando sorgevano ancora fra noi. — Le gare letterarie e gli intrighi domestici, che sono i frutti della scostumatezza e della immoralità, simulavano tuttora in noi come un fantasma di energia, e davano alcune scintille di passione. Ma l’osservatore avveduto, che avesse percorso l’Italia nella seconda metà del secolo decimottavo, per conoscere il carattere de’ suoi abitanti e prevederne le future sorti, ne avrebbe fatto i più sinistri pronostici. — La società italiana sembrava giunta all’ultimo stadio della decrepitezza; e si poteva crederla destinata a presto scomparire dalla scena delle moderne società, abbandonando il ferace suolo e i tesori dei monumenti e delle memorie storiche, accumulati da tanti secoli, alle nazioni conquistatrici e vigorose che la circondavano. — Il nome d’italiano sarebbe diventato pei posteri ciò che sono per noi i nomi dei Celti, degli Etruschi, degli Armeni, e di tanti popoli un dì forti e civili, ma che non seppero rinnovarsi e rattemprarsi, accettando le nuove circostanze che richiedevano nuove doti e nuove facoltà.

A tal punto trovavasi l’Italia quando le prime idee di libertà civile e politica spuntarono in Europa. Gli abusi del potere assoluto, e gli eccessi delle aristocrazie, che persistevano a trattare i cittadini ed i villici come i feudatarii dell’età media avevano trattato i servi della gleba, vantando impudentemente gli stessi diritti e la stessa superiorità di natura, avevano, col lungo andare del tempo e il costante ripetere delle offese, acceso nel cuore delle classi oppresse un profondo ed indomabile sdegno. — I cittadini ed i popoli delle campagne non possedevano diritti confessati e riconosciuti nè dalla legge nè dall’aristocrazia. — La coltura di alcune arti ed industrie avevano sparso nei cittadini un certo grado di civiltà, che più non tol-