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dilezione, che non pochi fra i poveri artigiani o mercantucci di contado, infelici che non arriverebbero a mantenere le loro famiglie, se la carità del padrone non venisse loro in aiuto, si videro tassati di maggior somma che gli stessi ricchi agricoltori membri della commissione. La nequizia di tale distribuzione era evidente, e doveva essere imputata agli autori di essa, cioè ai membri delle commissioni; ma questi insinuarono ai contadini che le vessazioni di cui erano le vittime emanavano dal governo; e siccome il contadino sa di poter maledire il governo impunemente, e teme di porsi in ostilità colla classe degli affittaiuoli, perciò credette o finse di credere alle menzogne dei commissari, e proruppe contro il governo in improperi e in minacce, sapendo altresi che così facendo otteneva il favore del suo clero. Il governo italiano rispetta la libertà del cittadino, direi quasi con troppo scrupoloso rigore, e non si prende la libertà d’intervenire nelle faccende che la costituzione ha riservate al cittadino, e che al cittadino spetterebbero giustamente, quando esso fosse onesto, sensato ed illuminato. Ma simili cittadini sono in picciol numero fra di noi. Il cittadino, a cui viene affidata tanta parte del governo nazionale, commette errori o colpe, o è vittima di accorti raggiratori; e quando ha rovinato, sè stesso e le cose a lui affidate, accusa il governo dell’universale rovina, e biasimando amaramente quello, si dispensa dal biasimare e dal correggere sè stesso.

Così accadde pure in proposito della emissione dei biglietti di banca a corso forzoso. Simili misure, che pur troppo sono talvolta necessarie, traggono sempre dietro di sè molti guai e molti disastri. Spetta ad ogni cittadino di scemare la gravità di quelle tristi conseguenze, accettando la propria parte nel danno comune, ed evitando di far pesare sugli altri più di quanto deve agli altri toccare. Se tutti sentissero la necessità di tal dovere, il danno prodotto dall’emissione della carta moneta non sarebbe intollerabile per nessuno. Ciò che costituisce la ricchezza dei facoltosi, non è il valore intrinseco del denaro ch’essi posseggono; bensì il valore convenzionale che al denaro viene attribuito. Sì fatto valore può essere trasportato ed applicato ad altri oggetti, senza cagionare direttamente un gran turbamento nella condizione finanziaria degli individui. Ciò che rende codeste misure pericolose, si è il discredito che nasce dalle medesime, mentre tutti sanno che nessun governo si appiglia ad esse se