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sotto un poco di paglia, ma ancor esso gli acquieta con fichi, e Rakia.1
Il giorno seguente (se pur ai tempi di nozze v’è differenza da giorno a notte) tosto, che si fan vedere i crepuscoli del mattino, il Diver2 porta il cioccolatte in letto agli Sposi, che consiste in una schiacciata di frumento, un pollo, ed una Boccia da libra di vino, per corroborare gli spossati stomaci. La Sposa, che ben più volentieri se ne starebbe in letto ancora, subito si alza, ed il Diver la conduce alla compagnia già svegliata. Ella deve baciare allora prima il Suocero, se lo à, o chi fa le sue veci, poi il Kum, in seguito lo Stari-Svat, e tutti gli astanti se fossero mille. Pettina i più giovani degli Svatti, ed intreccia loro nella coda un cordoncino di seta, ricamato di oro, o di qualche altra cosa a capriccio, verso le due estremità. Dippoi dà l’acqua alle mani di tutti, che dopo esserlesi ben lavate, gettano nel catino delle monete, che sono gl’incerti della Sposa, e così si fa tutte le mattine, finchè
- ↑ Al Zaus fanno la stessa gentilezza, ed a ciascuno alle volte, che non vuol soggiacere alle spese, che vengono prescritte dalla compagnia.
- ↑ I Diveri, stanno tanto attaccati alle Spose ne’ tempi delle Nozze, che neppur si sgravano, per quanto narrasi, dal soperchio peso degl’intestini, s’essi non sono presenti. Se la distanza della casa della Sposa, a quella dello Sposo non è lunga, uno dei Diveri la serve a piedi, standole sempre a lato, mentr’essa sta a cavallo. Alle corte i Diveri in qualche modo somigliano ai Cavalieri serventi delle Donne ben educate.